Azienda Agricola Tinessa

MARCO TINESSA / MONTESARCHIO

Lavoro in banca a Milano, amore profondo per il vino (quello autentico) e tanta voglia di fare e confrontarsi che l’ha portato a essere nomade, uve alla mano, tra le cantine che a turno lo ospitavano. Dalla Sicilia vulcanica dell’Etna, alle Langhe del Barolo, sino a una pseudo-facility della prima periferia di Milano per poi tornare back-to-home, al suo Sud.

Il progetto Ognostro nasce 15 anni fa dalla volontà di Marco Tinessa di creare un Aglianico da uve da agricoltura senza chimica di sintesi, senza trucchi in cantina e senza l’uso del legno. Cosa che non era affatto scontata nella zona di Taurasi, dominata da Aglianici quasi tutti in barrique e viticoltura convenzionale. Di qui la scelta per materiali come la vetroresina, le anfore e il cemento e, naturalmente, a monte, la vigna come parte di un’ecosistema: selezioni massali e recupero di vecchi sistemi di allevamento come la raggera avellinese.

La prima annata in bottiglia è stata la 2007 vinificata nelle cantine di Frank Cornelissen e così per 10 anni; quindi nel 2017 a Perno di Monforte d’Alba da Mario Fontana, che Marco reputa il suo maestro; e infine dal 2018 nell’urbana cantina milanese. Il 2020 rappresenta invece l’anno di svolta con l’acquisto della cantina di vinificazione a Montesarchio (BN) suo paese natale, zona di falanghina e aglianico del Taburno, ma la zona “operativa” resta l’Irpinia.

Entrano così a far parte della proprietà alcune vecchie vigne di aglianico a Castelfranci e Montemarano per l’Ognostro Rosso. Il Bianco, un fiano in purezza, viene invece dall’areale di Lapio nella Valle del Calore, luogo storico originario della vitis apuana o apiana e patria, appunto, del vitigno fiano. Un progetto che si concretizza e prende forma pian piano e che molte novità porterà nel prossimo futuro. Attenzione meticolosa ai dettagli in ogni fase, artigianalità, pulizia e precisione sono le caratteristiche di questi vini.