Questo champagne, che ha passato 13 anni sui lieviti chiuso con il tappo di sughero (bouchon liège, una caratteristica dei DP enothèque), Richard lo definisce preciso e vibrante, intenso e dinamico, ma parla molto acutamente di Dom Pérignon in alta definizione e di essenza avanguardista. È il suo modo di esprimere le sue creature, ma per esaltare l'energia insita in questo vino è andato personalmente in Islanda per le sessioni fotografiche, in modo da rappresentare anche con le immagini la sua visione del P2 e, appunto, della sua età dell'energia.
Dom Pérignon P2 1998 45% Pinot Noir, 55% Chardonnay; dosage 5 g/ldég. 2012
Naso opulento, profondo, concentrato di frutto, al fianco della tipicità DP (tanta mineralità e un tocco di erbe aromatiche), ma anche note fumè e uno spunto di miele che ne identifica una tenue maturità di fondo. Bocca finissima nella bollicina, rotonda e levigata nella materia, finanche spessa, addirittura masticabile, con una vena agrumata che esalta la freschezza e slancia il frutto fino al gustoso finale, pervaso da ritorni minerali. È uno champagne elegantissimo ma anche concentrato (non parlerei di mera persistenza, bensì di tenace attaccamento al palato),E' uno champagne che rivelerà tutto il suo potenziale nell'arco di almeno 30 anni.